Alto bacino dell'Adige museo a cielo aperto
Al turista attento, molti paesaggi dell'alto bacino dell'Adige appaiono come veri e propri musei a cielo aperto: geologici, archeologici, storici. La variegata e speciale natura di rocce e terreni, nonché i particolari fenomeni succedutisi nelle diverse ere, hanno creato siti attestanti, in modo appariscente e finanche avvincente, i successivi processi di orogenesi. Un esempio sono le valli glaciali ad U.
Concorrono poi a rendere più evidente e finanche appariscente questo museo, l'epoca relativamente recente dei movimenti orogenetici, le mutazioni climatiche e le relative barriere coralline, che potrete approfondire nella sezione Dolomiti origini e fenomeni.
Concorrono inoltre i grandi dislivelli, nonché l'azione dei corsi d'acqua sulle rocce solubili e sui depositi alluvionali, particolarmente vulnerabili, azione che ha creato profonde e strette vallette, vere e proprie sezioni, entrando nelle quali si possono notare:
- gli strati generati dalle diverse ere, come nella gola del rio delle Foglie, in tedesco detta anche Butterloch, che significa appunto buco nel burro, in riferimento alle rocce scavate;
- oppure ambienti dove lo stesso fenomeno ha scoperto interi fianchi della montagna, come gli strati permiani di San Cassiano;
- oppure siti dove il dilavamento ha creato vere e proprie architetture di campanili, conosciute come piramidi di terra e presenti in diverse zone della regione (Renon, San Genesio e Pusteria);
- oppure paesaggi, in val di Fosse, vallata laterale della val Senales, dove i ghiacciai in ritiro hanno lasciato un'impronta appariscente e preoccupante;
- oppure dove i reperti archeologici, come gli insediamenti preistorici o l'ursus ladinicus di San Cassiano, dimostrano il succedersi delle ere climatologiche, prima ancora che glaciali.
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S. Cassiano